Paul Smit Mick Palarczyk | Reportage, fotografie e testi
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Categoria di reportage: PARCO NAZIONALE
Riassunto e brani del testo
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Questo riassunto in

Gran Bretagna, Galles

Ritorno a Snowdonia

 

testo & fotografie: Paul Smit

                                                                                                        

Riassunto

"Snowdonia" è la storia del ritorno nei luoghi ove si manifestò il mio entusiasmo per le passeggiate in montagna in compagnia di mia figlia, la quale vede i monti in maniera molto diversa da me. L'esplorazione della parte settentrionale del Galles con i suoi monti, i suoi laghi e le sue coste affascinanti forniscono un reportage del parco Snowdonia in chiave ricreativa più che naturalistica. Questo è il filo conduttore di tutti i 26 articoli che ho scritto sui parchi nazionali europei. Ho inoltre scritto uno special di circa 70 pagine su tutti i parchi nazionali e regionali della Francia.

   

Brani di testi

La mia passione per le passeggiate in montagna non è nata nelle Alpi ma nel Galles; e fu lì, nello Snowdonia National Park, che scattò la scintilla della fotografia. Per la prima volta non feci le solite fotografie delle vacanze, ma scattai un servizio corredato da commento. Ora che lo rileggo, penso che i miei amici durante la proiezione delle diapositive saranno stati tutt’altro che entusiasti di ascoltare questa storia troppo lunga e troppo entusiastica. Ma cosa volete pretendere da un ragazzo appena diciassettenne, che aveva appena scoperto due cose che gli avrebbero cambiato la vita.

Arrivammo nel Galles in bicicletta, Emile ed io. Dopo aver iniziato le passeggiate in montagna, tuttavia, le nostre bici sono rimaste nel deposito. In seguito anche Emile è diventato fotografo. Ed anche per lui tutto ha avuto inizio sul Glyder Fâch.

Cominciammo con la scalata del Tryfan. Fu pura presunzione, perché proprio il TryfRestored skyline of Dresdenan era l’unica montagna di Snowdonia da scalare usando mani e piedi. Noi però ne eravamo affascinati e non c’era via di ritorno. <<< >>> Ed improvvisamente accadde: le nuvole si accumularono, ci trovammo nella nebbia. Il nostro percorso sulla cresta del Glyder Fawr verso il Glyder Fâch si staccò dal resto del mondo. Improvvisamente spuntarono dalla nebbia le piastre rocciose ed i pilastri, quasi fossero coltelli acuminati, sbocciati dalla crosta terrestre: Castell y Gwynt. Infatti, lo si poteva anche chiamare castello, e che castello! Se si pensava a chi l’aveva costruito era logico capire perché il Galles fosse così ricco di storie misteriose e leggende. Il castello era allo stesso tempo preistorico e futuristico più del Guggenheim di Bilbao. Prendemmo le nostre macchine fotografiche e qui terminarono per sempre le foto delle vacanze.

Piacevolmente matta

<<< La cresta era talmente tagliente che con la fantasia vedevamo camminarci sopra un funambolo con l’ombrello. Così proseguimmo, appesi con le mani al crinale e cercando più in basso appoggio per i piedi. Anche questo, scoprimmo, fa parte del camminare in montagna: prudenza, consapevolezza dei propri mezzi. Ad un certo punto fummo raggiunti da una ragazza, un anno più giovane di noi, che danzava sulle creste, senza ombrello, calzando scarpe da ginnastica. Lo faceva con tanta naturalezza che pareva camminasse sull’orlo di un marciapiede. Ci domandammo se fosse matta o se stesse semplicemente facendo cose fantastiche. Decidemmo infine che era piacevolmente matta. Ci fece compagnia per il resto delle nostre vacanze.

 

Restored skyline of DresdenEd ora, molti anni dopo, cammino nuovamente attraverso il paesaggio gallese in compagnia di una ragazza: mia figlia Olga. C’è però una differenza: camminare in montagna non è esattamente il suo hobby! In distanza trova le montagne bellissime, ma salirci ansimando e sudando non l’attira più di tanto. Questa gita ha infatti un vago valore educativo. >>>

Il tempo è talmente bello l'indomani, che la spiaggia forma per Olga un'attrazione irresistibile. Sapendo che l’essenza di Snowdonia sta prevalentemente fra i monti, mi assale un sentimento di colpa. Non mi sfiora di certo l’idea di sdraiarmi pigramente sulla spiaggia, lontano dal mio obiettivo, il parco. Sfoglio comunque la mappa e scopro che tutta la linea costiera da Tywyn a Barmouth, fino ad oltrepassare Harlech, fa parte della mia area operativa! Olga l’ha avuta vinta, ed i monti possono aspettare ancora un giorno.

Prettamente naturale

Ad occidente di Coed-Ystumgwern la costa è la più naturale. La camminata fin laggiù ci porta attraverso uno spiazzo erboso ma selvatico, fino ad una larga fascia di dune di finissima sabbia portata dal vento, piena di fiori ed intensi profumi. Infine ci troviamo in spiaggia. La poca gente che c’è è anche scarsamente vestita: siamo su una spiaggia di nudisti! Olga mi guarda con fare severo, come se ce l'avessi portata apposta. Donne ciccione e uomini mingherlini si avvicendano. Sono tutti molto pallidi, come solo gli inglesi sanno essere. Il tutto è prettamente naturale, ma, per la verità, non ci trovo nulla di eccitante. Mi concentro pertanto sulla mia letteratura dedicata a Snowdonia. Olga chiude gli occhi e si abbandona ai raggi di sole. >>>

<<< Scavalchiamo cancelli, curiosiamo nei giardini. Finalmente, nella terrazza di un edificio posizionato magnificamente, trovo l’immagine perfetta. Mentre fisso il tutto sul mio rullino, mi sento alquanto imbarazzato. Ancor di più mi sale l’imbarazzo quando con la coda dell’occhio vedo il proprietario uscire di casa. Da intruso sulla proprietà altrui mi aspetto una raffica di insulti. Non ho tenuto conto della cordialità britannica. In inglese mi dice: “Anch’io l’ho sempre pensato… Ho la miglior vista di Harlech. Entri pure! Gradisce una tazza di tè?””

 

L’indomani ci siamo, andiamo in montagna. La meta è la cima del Cader Idris, il monte della parte meridionale di Snowdonia che più ispira l’immaginazione. Olga, grata della giornata al mare di ieri, non ha brontolato. Anzi, sembra quasi contenta di iniziare la passeggiata. La salita comincia in un bosco lussureggiante. Durante una sosta ci raggiunge un gruppo di maturi ed arzilli signori, che rimproverano bonariamente la gioventù: “Nemmeno usciti dal bosco e già vi riposate?” Poco dopo raggiungiamo il gruppo di anziani che si appresta chiaramente ad effettuare una pausa. Ci vendichiamo: “Signori, siete appena usciti dal bosco e già vi riposate?” Il più anziano, dall’aspetto quasi certamente un lord, mi corregge indicando il suo orologio: “Tea-break,” mentre allo stesso tempo toglie dallo zaino una tazza di porcellana a fiori. Seguono il piattino ed il termos. Vedendoci sorpresi ci spiega: “Non pensate che siamo stanchi. Semplicemente facciamo onore alla nostra cultura. L’impero può anche essere caduto, ma al rito del tè non rinunciamo.” >>>

Sir Edmund Hillary

Voglio mostrare ad Olga il Glyder Fâch, dove fui affascinato per la prima volta dalla fotografia. Quando vi giungiamo diluvia. Entriamo quindi nell’albergo Pen-y-Gwryd, il più famoso rifugio per alpinisti del Galles, ai piedi dei Glyders. Qui faceva base nei suoi allenamenti Sir Edmund Hillary con la sua squadra, prima di conquistare nel 1953 il tetto del mondo, il monte Everest. L’arredamento è formato da nicchie in legno. Al soffitto sono appese scarpe consumate di famosi alpinisti. Se fossimo arrivati una settimana prima avremmo incontrato personalmente la squadra di Hillary. Cinquant’anni dopo, i componenti avevano celebrato la loro impresa nella vecchia sede, lasciando a ricordo le loro firme sul soffitto.

La pioggia non ne vuol sapere di smettere e quindi siamo noi a lasciare il campo. In Inghilterra quando fa un tempo così, è meglio prepararsi per una giornata davanti al caminetto. Nel Galles la situazione ispira più ottimismo. Infatti, sono le montagne che carpiscono la pioggia dalle nuvole, che a loro volta vengono trasportate dal vento occidentale attraverso il Mare d’Irlanda. Prima di scaricarsi le nuvole sono già al di là della costa. Andiamo al mare dunque!

Portmeiron è situato alla foce del Vale of Ffestiniog; anch’esso è situato in una larga foce soggetta alle maree. Dalla sponda opposta sembra un villaggio del tutto normale, anche se situato in una posizione pittoresca. Solo quando lo si attraversa ci si rende conto che questo è il prodotto folle di un eccentrico: l’industriale inglese Sir Clough Williams-Ellis. Nel paesino prevale soprattutto l’atmosfera italiana, con le facciate mediterranee color pastello, le colonne, le ringhiere barocche ed un vero campanile. Il parco attorno, con piante subtropicali che vi crescono grazie alla calda Corrente del Golfo, dà il suo ulteriore contributo. Anche il sole fa la sua parte. >>>

Stazione balneare Llandudno

La mia località balneare preferita è Llandudno. Gli alberghi, integri nel loro stile vittoriano, sono allineati sul lungomare, come a Nizza. Anche qui un molo si addentra nel mare, ma su di esso c’è tutta una serie di divertimenti popolari inglesi. I gabbiani colgono con destrezza i resti del fish & chips. Il rumore dei videogiochi si mescola a quello del riflusso delle onde. Nulla, tuttavia, può alterare l’atmosfera che vi regna, imponente nella sua eleganza. Ci aggiunge solo una nota di allegria. Llandudno è affiancata dal Great Ormes Head. Nella lingua gallese ormes significa drago, ed infatti, sembra quasi che sorga dall’acqua la schiena di un mostro marino. <<< >>> La vista spazia da lontano sul mare sino al cuore di Snowdonia.

E lì finalmente accade quello in cui speravo da giorni. La zuppa grigia che avvolgeva le cime si apre. Ci precipitiamo verso l’interno lasciando Great Ormes Head per quello che è. E’ troppo tardi per andare sul Glyder Fâch, ma anche una passeggiata a valle vale la pena. Scegliamo un percorso attorno ai due laghi Llyndau Mymbyr nei pressi di Capel Curig, dove si specchia il ferro di cavallo di Snowdon. Per strada osserviamo dei panorami fra i più belli del Galles, compreso il lento calar del sole dietro il ferro di cavallo. Ma i ferri di cavallo non portano fortuna? Speriamo nel sole, perché domani è l’ultimo giorno e ci attende il Glyder Fâch.

Alle sei e mezza apro le tende. Nebbie si muovono sulle aiuole del nostro guesthouse e una lieve pioggerellina cola dai vetri delle finestre. Non si vede nessuna montagna. “Sempre acqua,” sospiro. Olga, ancora a letto, borbotta: “Che peccato.” Ma il suo tono non mi convince. “Anche quando il Glyder Fâch diede una svolta alla mia vita, era avvolto nella nebbia!” Sento un brontolio da sotto le calde coperte. Tento di farla uscire dal letto esclamando: “Prima di lasciare il Galles devi aver visto Castell y Gwynt!” . Lei argutamente mi risponde: “Tu la montagna l’hai già vista, e più bella di allora non potrà mai diventare.”

 

Tradotto dall'olandese da Magda Talamini

 

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In una forma leggermente diversa questo reportage è stato pubblicato su REIZEN MAGAZINE, la più importante rivista di viaggi olandese, ed in WEEKEND l'inserto di KNACK, una rivista d'informazione belga.


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